
Adattarsi a un Nuovo Paese: La Vera Sfida dell’Infermiere Manuel
Trasferirsi in un altro Paese per lavorare come infermiere non è una decisione semplice: richiede coraggio, spirito di sacrificio e una grande capacità di adattamento. Allo stesso tempo, però, può rappresentare il primo passo verso la vita e la carriera che hai sempre desiderato. In questa intervista ricca di spunti e ispirazione, Manuel — infermiere italiano che lavora oggi nel Regno Unito — ci racconta il suo percorso: le difficoltà affrontate, le conquiste raggiunte e il profondo cambiamento personale e professionale vissuto nel decidere di partire da solo.

La testimonianza di Manuel è un'opportunità preziosa di riflessione per chi sta pensando di lavorare all’estero e costruire una carriera internazionale. Quali ostacoli sei disposto/a ad affrontare per arrivare dove desideri? E se, proprio come Manuel, anche tu riuscissi a fare un passo avanti nella tua carriera e a trasformare la tua realtà, con la giusta determinazione e il supporto adeguato?
Cosa ti ha spinto a scegliere di lavorare come Infermiere in UK?
"Mi chiamo Manuel e vengo da Gradara un piccolo paese al confine tra Marche ed Emilia Romagna. Dopo 6 anni di esperienza come infermiere presso Fondazione ANT Italia onlus mi sono trasferito a Southampton una città non troppo grande della regione dell'Hampshire nel centro sud dell'Inghilterra.
Le condizioni infermieristiche italiane purtroppo non portano ad un vero successo quando si parla di carriera e come tutto il nord Europa le possibilità di avanzamento di carriera professionale e di conseguenza di un salario adeguato a fare una vita agiata, sono decisamente migliori.
Perchè parliamoci chiaro il lavoro è bello ma anche avere uno stipendio adatto alle responsabilità professionali va di pari passo.
Quindi ho deciso di lasciare famiglia, amici, squadra di nuoto e traferirmi qui con tutte le difficoltà di un ragazzo che parte da solo in un paese completamente diverso culturalmente e di mentalità.
Le possibilità specialmente qui in Inghilterra nel mio Trust sono veramente entusiasmanti, ci sono infermieri che ti seguono sul piano professionale e/o formativo che si preoccupano per te anche a livello sociale. Sembra il paese dei balocchi sul piano lavorativo e lo è effettivamente.
Se ami il lavoro che fai, ti impegni qui sei quasi sempre premiato, senza aver bisogno di pregare per permessi studio, avanzamento di carriera e percorsi univeristari per salire di livello.
Per capirci meglio un infermiere qua band 7 chiamato ACP (Advanced Clinical Pratictioner) può intubare, dare punti, rimuovere drenaggi cerebrali, fare punture lombari, fare piccoli interventi di chirurgia etc etc e prescrivere farmaci!!
Sei felice della tua scelta?
Dire che sono felice della mia scelta è riduttivo, ovviamente ci sono alti e bassi come sempre, la vita è questa ma sono contento al 95% della mia scelta e la rifarei, prima, forse col sennò di poi lo farei prima.
Racontaci un po’ del tuo lavoro, del tuo percorso professionale e della città in cui vivi.
Al momento come dicevo vivo a Southampton e lavoro al Southampton General Hospital un mega trust che ha circa 1400 posti letto e 14000 dipendenti.
È un teaching hospital quindi ospita un blocco dedicato al formazione universitaria per medici infermieri e personale sanitario che prima di trasferirmi qui non sapevo nemmeno esistesse. Ogni unità operativa ha medici infermieri psicologi dietisti fisioterapisti, occupational therapist che in italia non esistono e speech and language therapist asltra figura inesistente in Italia.
Al momento lavoro in dipartimento di Neuroscienze e quindi ci prendiamo cura di pazienti neurologici, neurochirurgici, spinali e post ictus.
La mia preferenza è sempre stata l'area chirugica e area critica.
Al momento ho appena fatto un bando per spostarmi e muovermi da li in SURGICAL HIGH DEPENDENCY UNIT che nella pratica è un reparto che accetta paziente post chirugici di chirurgia generale, toracica, ortopedica e spinale molto complessi che quindi non sono adatti al reparto di base. Il rapporto paziente infermieri è 2:1. Questi pazienti sono supportati emodinamicamente ma non sono intubati quindi nel caso in cui un paziente sia troppo critico per SHDU va prima in rianimazione poi viene “step down” dopo l'estubazione.
Quale è stata la sfida più grande da affrontare?
La mia sfida piu grande è stato affrontare il senso di perdita dopo circa 6 mesi dal trasferimento. Ho sofferto di depressione e grazie ad aiuti psicologici e farmacologici sono riuscito a conoscere meglio me stesso ed a capire quello che mi serviva. Ho così cercato ragazzi e ragazze italiane con cui condivedere il tempo libero creando un bel gruppo che al completo è composto di quasi 30 persone.
Ora ovviamente sto bene ma torno in Italia ogni 2 3 mesi.
Mi ricordo che ci fu un momento di completo smarrimento perché non sai più a cosa appartieni. Torni in Italia e ti senti un turista e vivi in Inghilterra e ci sono giorni in cui sembra che nulla ti appartenga.
Ma passa, o per le meno a me è passato. Ora torno in Italia da turista e mi coccolano tutti e torno in UK che ora sento come vera casa.
Come è stata la tua esperienza con Vitae Professionals?
Vitae Professionals è stato veramente un regalo che la vita mi ha offerto e mi sono cercato.
È stata molto dura perché il mio inglese era veramente penoso e dopo 2 anni di studio mentre lavoravo in Italia sono riuscito a passare l'esame di inglese abilitante dopo essere stato bocciato 2 volte, il primo Roma che non consiglio perché al tempo non aveva le cuffie per la prova di listening, il secondo a Porto con una bellissima settimana li come bootcamp che Vitae Professionals offre che rifarei mille volte solamente perché è bellissimo abbracciare le persone che ti hanno aiutato per 2 anni. Non passai per un soffio quella volta.
L'ultima volta a Milano e passai. Non mi sembrava vero. Vitae Professionals mi ha aiutato sul piano della lingua e qui devo fare una mega citazione alla professoressa Marcia Martins che non ha mai smesso di credere in me facendo anche da psicologa a volte quando ero veramente pieno e sull'orlo di scoppiare.
Dal piano dei documenti invece ho avuto la fortuna di essere seguito da Eleonora Marinucci che veramente mi ha aiutato in tutto il percorso dell'acquisizione dei documenti al su come ottenerli e ottenere l'OK.
Vitae Professionals si merita 10000 stelle ❤️❤️❤️"
La storia di Manuel è un vero esempio di come, con determinazione, il giusto supporto e la voglia di crescere, sia possibile trasformare non solo la propria carriera, ma l’intera vita. Affrontando le sfide di un trasferimento in solitaria, ha dimostrato che, anche nei momenti più difficili, vale la pena continuare a credere in un obiettivo più grande.
In Vitae Professionals siamo profondamente orgogliosi di aver fatto parte del suo percorso — dal supporto nella preparazione linguistica fino alla realizzazione del suo sogno di lavorare all’estero. Un grazie speciale a Manuel, non solo per aver riposto la sua fiducia in noi, ma anche per aver condiviso la sua esperienza in modo così autentico e ispiratore.
La nostra missione è continuare a sostenere professionisti della salute come te a raggiungere non solo i propri obiettivi di carriera, ma anche una vita più piena e soddisfacente. Perché sì — proprio come ce l’ha fatta Manuel, anche tu puoi farcela.